martedì 9 aprile 2013

POP ART CONTAMINATION...





Una vera e propria esplosione di colori e fantasie che da sempre influisce la produzione di vestiti, accessori e calzature.

Y.S.L  "Pop Art" 1966

L'avvento della Pop Art negli anni '60 portò nuove rivoluzioni artistiche nella moda: per la sua collezione Autunno/Inverno 1965-66, Yves Saint-Laurent guardò ai dipinti di Piet Mondrian, nel 1966 America produce un vestito con le stampe delle famose Zuppe Campbells.


1966 America Campbell Soup Warhol


Rodnik band 2011

Con il passare degli anni, il legame tra Pop Art e  moda si è continuamente rinnovato ed anche rafforzato: , la pop art di *Andy Warhol e Roy Lichtenstein sono spesso state di ispirazione  a tantissime case di moda, tra i quali Gianni Versace, Valentino , Miu Miu , Iceberg, Borbonese etc..



Pepe Jeans

Warhol "Jackie"
   Fino ad oggi possiamo, oltre che nell'alta moda, trovare t-shirt e abiti raffiguranti oggetti tipici della Pop Art tra i quali il brand  Fiorucci, Pepe Jeans , Kookay, Gilli, Gianmarco Lorenzi e tantissimi altri.


 
 

"Viki" 1964 Roy Lichtenstein

 Di recente, anche il brand di calzature "Converse" ha creato un modello di All Star con stampe di Lichtenstein e Warhol. La moda con Warhol diventa uno "stile di vita". Ancora oggi il motto caro a molte multinazionali del vestitre casual è in effetti un motto warholiano: "Dal marciapiede alla passerella".


Converse "All Star"

A proposito di passerella..ecco alcune immagini di sfilate recenti, dove i riferimenti al mondo pop-art sono molto evidenti.



   Trend S/S  2014




Comme des Garcon 2013

Comme des Garcon

Tom Ford 2013
Manish Arora 2013


Moschino 2013

Philip Limm 2013
E per finire, voglio salutarvi con le immagini delle opere "Pop glamour" dell'artista Sasha Torrisi, già cantante di successo ed oggi pittore esposto a livello internazionale, quadri che si prestano molto alla contaminazione con il mondo fashion.
Con Sasha Torrisi e la fashion designer Filomena Guzzo (di cui vi ho gia' parlato in un post precedente), ho collaborato recentemente alla realizzazione di uno spazio espositivo (contaminazioni) presentato la settimana scorsa al Bologna lincensing trade fair (Bologna fiere),in concomitanza con la fiera del libro, un idea lanciata dalla sottoscritta in (collaborazione con Brands- Box), con l'intenzione di trasformare molti  giovani artisti di talento, in licenzianti delle proprie opere.


Sasha T. "Japanese"





Sasha T. " Marilyn 3 "

Sasha T. " Burqa"

Sasha T. " Sushi"


La performance di Sasha Torrisi, e'stata la materializzazione di questo concetto, dove i suoi quadri ad olio, già esposti in importanti gallerie americane ed europee,  sono stati declinati sotto gli occhi del visitatore in stampe per supporti tessili, maglie e camicie.


Sasha Torrisi

Filomena Guzzo art-fashion designer "

E voi cosa ne pensate della pop art e della contaminazione tra arte, moda e design?
 
Un bacione a tutte !






 
 
 
 



 Ambra
 
 
 
 
  *Andy Warhol era nato con la moda sin da quando nei primi anni ’50 era stato disegnatore e pubblicitario di Glamour, Vogue e Harper’s Bazaar ideando scarpe dalla linea sottile e fluente in stile New Look, i cui bozzetti negli anni ’90 vennero poi a decorare finemente un abito in raso della casa di moda Iceberg. In questo senso, la moda della fine del secolo realizzava per l’ennesima volta  quella pratica che può dirsi per eccellenza warholiana: decontestualizzare e ricontestualizzare, ovvero far scomparire un segno dalla sua primitiva collocazione e farlo ricomparire poi, farlo rivivere, in un altro sistema di senso e di valori.  Era questo il senso delle foto delle celebrità replicate, manipolate e colorate tutte a partire da un unico negativo.
 * La moda fu con Warhol stile di vita, se il suo primo locale improvvisato chiamato Balloon Farm era frequentato, insieme, dalla modella di Vogue Benedetta Barzini e da Lou Reed, da Salvador Dalì e dai Velvet Underground. E poi ci fu la Factory: luogo di arte e di vita, imitato in seguito volgarmente da tutti i loft “di tendenza” del mondo, dove un popolo di vagabondi del pensiero circolava, a volte – come dice oggi, ricordando, Benedetta Barzini – quali veri e propri parassiti, a volte quali fiori all’occhiello eccentrici e geniali.